“Firmami” disse il contratto che sventolava tra le mani di Ausilio mentre Stefan De Vrij lo seguiva nella tana del bianconiglio.

All’olandese non ho mai augurato nulla di male, non capisco nemmeno chi lo fa, al contrario auguro una carriera lunga e felice, lo ringrazio per gli anni passati con noi. Questo perché nel calcio vige una regola non scritta: i giocatori non ci appartengono. No, non sono filosofica, alla fine della fiera vige solamente una regola tutta mia e cioè quella del “chi se ne frega, bye bye, saluti ai pupi”!.

Salutando l’Olanda abbiamo abbracciato il nuovo arrivato, non è mancato lo scetticismo di alcuni, ma chi come me il Sassuolo lo segue, sarete pochi e non capirete nemmeno perché io seguo il Sassuolo, Francesco Acerbi lo conosceva assai bene.
Vecchio a chi?
A coloro che nel paragone con Stefan De Vrij hanno menzionato più volte il fattore “altra età”, vorrei solamente consigliare di dare un’occhiata alle presenze e le assenze del trentenne per poi confrontarle con quelle del ventenne orange!
Difensore eccezionale Stefan, per carità , ma dalla salute “cristallina”!

Sono poche 3 partite, forse è vero, ma il calciatore che avremmo dovuto rimpiangere strappandoci i capelli, non l’ho rimpianto minimamente.
Perché forse in tanti ancora non sanno che conta assai più il carattere che un tackle ben riuscito!
E poi Acerbi riesce bene eccome, non trascuriamo questo piccolo particolare.

“Anti- Stefan” per eccellenza, stavolta non posso non dare ragione alla dirigenza che ha portato avanti nel tempo una trattativa infinita, snervante, in barba a chi in 3 ore aveva chiuso per Cristianone Ronaldo.

“Leader della porta accanto”, nulla di troppo fuori le righe, profili social normali, taglio e colore dei capelli “umano”, nessuna discoteca, nessuna bottiglia di Magnum, solo famiglia, sorrisi, come Lulic e quelli che il calciatore lo di sostanza e non in  apparenza.

E noi proprio così lo volevamo: affidabile, esperto, senza troppi fronzoli.

L’acquisto più importante in cambio del saluto più sanguinoso.

Un calciatore maturo, un “senatore nuovo” che, insieme ai “più grandi”, può far crescere la squadra con i suoi “piccoli” portando in dono l’esperienza del “mestierante”.

Molte volte ci fermiamo a guardare la porta chiusa senza vedere quella che si sta aprendo, molte volte dagli addii più sofferti prendono vita le grandi storie. Accadde anche nel cambio Biglia/Leiva o Klose/Immobile. Accadde quando lo scetticismo muore per favorire la “scoperta”.

“Certezza”, piedi piantati in terra, l’occasione in carriera, niente ricerca di riflettori, questo è sicuramente il punto forte di Acerbi.

Tre partite e sparisce il fantasma De Vrij. Il popolo laziale ha già il suo nuovo eroe vestito di bianco e celeste. Prestazioni notevoli per spazzare via anche il più piccolo dubbio. Umiltà, lavoro, soprattutto per un trentenne che si gioca la grande occasione, è tutta questione di testa sulle spalle.

Chi ce l’ha e chi se la monta!

“The Lion King”, così come il tatuaggio sul petto, è arrivato con l’intenzione di prendersi la Lazio e se è già a metà dell’opera, vuol dire che ha ben cominciato!

“Che ce frega dell’Olanda noi c’avemo il Re Leon…”

 

 

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